Addio Ennio.
Ti ricordo con affetto non come un genio della musica, che tanto ci hai intrigato e commosso con i capolavori che hai composto, ma come appassionato scacchista e socio dell’Accademia.
Ti domandavi sempre quale forza naturale si nascondesse in un gioco che appassionava tanta gente diversa per età, cultura e nazionalità e volevi sapere se il motto della FIDE “GENS UNA SUMUS” era vero in un mondo ostile. Da questo nasceva la tua passione intellettuale per gli scacchi e per l’evoluzione del pensiero che muove i 32 pezzi sulle 64 caselle.
Mi ricordo che quando venivi in viale Giulio Cesare e seguivi una partita tra i maestri, mi chiedevi sempre quale era stata l’idea vincente e non solo il perché di una singola mossa: volevi imparare dai più forti.
Mi ricordo anche la tua emozione quando giocasti in simultanea con la Campionessa del Mondo, la russa Gaprindashvili e come ti impegnasti fino a tardi nell’analisi della partita.
Ricordo anche una serata in casa tua. C’erano tanti amici e volesti fare una partita con me. Io giocai alla cieca e vinsi in apertura. Allora tu mi chiedesti come mai, seppure bendato, io avessi visto meglio di te la scacchiera. Io ti risposi che ero solo più allenato e preparato, ma tu mi dicesti: ”No, non è solo questo. Tu, è chiaro, hai capito e fatta tua l’essenza degli scacchi ed è questo che voglio scoprire anch’io!”
Caro Ennio, ora il tuo genio eccezionale da lassù vedrà chiaramente la grande scacchiera del nostro piccolo mondo!
Maestro Roberto Primavera (Presidente dell'Accademia negli anni Settanta)